Serie degli atti del Parlamento

Atti parlamento

La serie comprende 30 registri che riportano annotazioni dal 12 gennaio 1539 al 30 dicembre 18011. Si tratta della serie più corposa dell’archivio che permette di tracciare, assieme alla documentazione conservata presso l’Archivio di Stato di Lucca, la storia istituzionale e la vita amministrativa della Comunità di Montignoso.

I registri contengono le deliberazioni e i verbali delle adunanze del Consiglio Generale e del Parlamento.

La storia di Montignoso è fin dal XII secolo legata al dominio lucchese: da Lucca ogni sei mesi veniva inviato a Montignoso un notaio con le funzioni di Podestà.

Appena entrato in carica, questi convocava il Consiglio del Comune, leggeva le patenti della Repubblica, cioè le lettere aperte che inviava il governo centrale, e riceveva in consegna dal vecchio Podestà tutte le pertinenze e le giurisdizioni.

Il palazzo in cui si riuniva il Consiglio andò distrutto nell’incendio appiccato nel 1538 da un manipolo di cittadini massesi. Anche l’archivio e gli statuti andarono persi e solo nel 1539 il Consiglio decise di ricostruire il palazzo e di compilare nuovi statuti, come riportato nel registro 1.

La carica di Podestà era obbligatoriamente affidata a un cittadino lucchese, che si stabiliva in una casa fornitagli dal Comune. Egli presiedeva le adunanze del Consiglio e del Parlamento di Montignoso, amministrava la giustizia, rogava, cioè registrava, le scritture ordinarie del Comune e i contratti dei proventi e degli incanti delle vendite.

All’inizio del 1590 il Podestà Riccardo Santucci rinunciò all’incarico. Non trovandosi altri notai disponibili alla carica di Podestà, Montignoso venne ridotta da Podesteria a Vicariato e commissariata come le altre comunità montane. Il Consiglio della Comunità di Montignoso decretò che il commissario venisse eletto all’interno del Consiglio stesso e a febbraio, riunito il Parlamento, nominò Massinissa Massaciuccoli primo commissario di Montignoso.

Dalla serie comprendiamo meglio gli organi istituzionali che presiedevano la comunità.

Sappiamo che fino al 1590 il Comune fu retto e governato dal Consiglio e dal Parlamento.

Verso la prima metà del XVI secolo il Consiglio era composto da dodici uomini originari di Montignoso, convocato su licenza del Podestà per mandato degli officiali. La carica di officiale durava sei mesi ed era sempre affidata a due uomini di Montignoso.

Il Consiglio e gli officiali ogni cinque anni chiamavano in causa tre uomini dabbene con l’incarico di eleggere i nuovi officiali, che venivano scritti su dieci polize, sorta di schede per le elezioni, a due a due ed estratti ogni sei mesi.

I consiglieri giuravano fedeltà alla Repubblica di Lucca e si impegnavano a operare per il bene della comunità; restavano in carica sei mesi, al termine dei quali dovevano proporre un candidato che otteneva l’incarico solo se riceveva la maggioranza dei voti favorevoli. Come nel caso degli officiali, in ogni carica non potevano essere indicate persone affini per parentela di primo grado.

I Consiglieri discutevano sulle materie da trattare e avevano autorità su tutto il comune.

Il Pubblico e Generale Parlamento veniva invece convocato quando si dovevano approvare nuove leggi ed era composto da un uomo per ciascuna famiglia.

Nel 1551 furono avviate diverse riforme: il numero dei membri del Consiglio fu ridotto a nove, prendendo il nome di Consiglio de’ Nove, e accanto al Generale Parlamento ne fu creato un altro detto de’ XIV, che includeva i due officiali, i nove consiglieri e i tre uomini dabbene e veniva convocato con funzione legislativa, mentre il Generale era necessario solo per i negozi straordinari.

Nella prima metà del ’600 il Parlamento formato da consiglieri, officiali e uomini dabbene venne allargato fino a comprendere 15 membri.

Nei registri si trovano ogni sei mesi gli elenchi nominativi dei membri eletti del Consiglio e del Parlamento e di seguito anche le altre cariche elettive, come gli officiali, i tre uomini buoni e i vari guardiani.

Nella metà del ‘600 il Parlamento stabilì che potessero essere eletti solo i membri di famiglie vere e legittime con antenati nati nel Comune di Montignoso, escludendo di fatto tutte le famiglie che non possedevano tale requisito. La conseguenza immediata della decisione fu che le attività di governo finirono in mano ai rappresentanti delle famiglie più povere e prive di adeguate capacità, costringendo il governo centrale di Lucca a intervenire perché venissero rettificati gli statuti.

La comunità di Montignoso venne da allora distinta in tre ordini in base all’estimo: il primo ordine comprendeva le famiglie stimate almeno due lire; il secondo le famiglie stimate da una fino a due lire; il terzo meno di una lira.

Il Consiglio venne allora ridotto a sei membri, due per ciascun ordine, e il Parlamento passò a trentotto membri, compresi i due officiali e i sei del Consiglio, purché venissero equamente rappresentati i tre ordini nei quali era suddivisa la popolazione.

Si stabilirono anche regole più ferree relative alle parentele: in Parlamento non potevano essere presenti padri, figli e fratelli; il Consiglio non poteva essere composto da parenti di primo e secondo grado; gli officiali non dovevano essere neppure cognati.

L’altra carica all’epoca considerata di rilievo era quella dei tre uomini buoni, che svolgevano la funzione di giudici di pace e si esprimevano su diatribe tra gli abitanti della comunità, sotto il consiglio del Podestà o di un giureconsulto. I tre uomini buoni venivano eletti dal Consiglio, restavano in carica sei mesi e dovevano essere originari di Montignoso.

La Comunità era gestita inoltre attraverso vari uffici, come per esempio gli stimatori, ossia due uomini di Montignoso con il compito di stimare danni e terreni soprattutto in conseguenza di diatribe e denunce; come ogni altra carica durava sei mesi.

Nei documenti delle adunate del Consiglio e del Parlamento troviamo oltre all’elezione semestrale dei membri degli organi di governo e delle cariche già citate, anche le elezioni di uffici minori che andavano a svolgere mansioni utili per la gestione amministrativa della comunità.

Vediamone alcune.

I guardiani avevano compiti di sorveglianza ed erano distinti in: guardiani del piano (che monitoravano la presenza di bestie dannose in pianura), guardiani dei pioppi, delle terre di confine con il Carchio e delle vigne, tutti uffici aboliti all’inizio del ‘700.

Il camarlingo delle bestie predate contra li forastieri riceveva in consegna tutte le bestie straniere che arrecavano danno nei terreni di Montignoso, restituite solamente con poliza del Podestà, una sorta di assicurazione scritta; il camarlingo de’ pegni gestiva questioni legate ai pegni; i protettori delle carceri si occupavano di affari penitenziari; il massaiolo custodiva e vigilava le mobilie di proprietà del Comune nelle case del commissario, del notaio e del capitano, redigendone e conservandone un accurato inventario; gli officiali sul fuoco vigilavano l’accensione e lo spegnimento di fuochi o incendi; gli officiali sulla condutta de’ buoi si occupavano del pascolo del bestiame; gli officiali sulla cassetta delle elemosine distribuivano ai bisognosi le elemosine raccolte (sostituti nella metà del ’600 con l’Offizio de’ poveri vergognosi che si occupava dei poveri infermi e dei malati); gli officiali sulle liste delle strade monitoravano lo stato delle strade pubbliche e ogni due mesi precettavano abitanti da impiegare per svolgere i lavori di manutenzione, attingendo da appositi registri da loro stessi tenuti.

Ogni anno il Consiglio eleggeva anche un acquaiolo che si occupava della distribuzione dell’acqua a chi ne avesse bisogno: ogni utilizzo veniva annotato nei registri delle colte per poter essere poi riscosso.

L’attività dell’amministrazione prevedeva inoltre lo svolgimento di affari e commesse a Lucca o nei territori vicini, per i quali ogni anno veniva eletto un mandato, ossia un messo comunale, con il compito ulteriore di intimare i pagamenti insoluti ai debitori delle colte, notificare e pubblicare i bandi, aiutare le alte cariche nella loro attività.

Solo nel 1728 il Parlamento decise di eleggere un cancelliere, con il compito di custodire l’archivio e redigerne l’inventario, scrivere gli atti del Parlamento quando non era necessario il notaio e occuparsi delle accuse che venivano presentate al Parlamento.

L’Uffizio di Sanità era composto da nove uomini e assieme al Comune operava su tutto il territorio, occupandosi soprattutto delle conseguenze dell’aria insalubre.

Dalla serie emergono inoltre notizie interessanti sulla produzione e vendita di medicinali.

Nel 1594 venne concesso a Francesco Orsucci di Camaiore di aprire a Montignoso la prima spezieria e pochi anni dopo, nel 1607, il Parlamento vietò l’acquisto di medicinali fuori dallo stato. Un secolo più tardi, evidentemente a corto di speziali, il Parlamento offrì uno stipendio, una casa e una bottega a uno speziale che volesse trasferirsi nel Comune. Nel 1771 fu il chirurgo Gregorio Vincenzo Ricci ad ottenere la licenza per aprire una spezieria.

Il Comune manteneva a sue spese un cerusico, ossia un chirurgo secondo un’accezione più ampia dell’attuale, a disposizione di tutta la città. Il primo noto fu il chirurgo Brandino di Giovanni Massei di Seravezza, nominato dal Consiglio nel 1580 e rimasto in carica in maniera pressoché continuativa fino al 1618.

Dai documenti risulta inoltre che nel 1768 gli infermi e i malati a causa delle esalazioni insalubri provenienti dalle zone paludose risultavano circa 800 e la Repubblica lucchese fu costretta ad inviare un’equipe medica per far fronte alla situazione.

È possibile poi evincere qualche notizia sull’istruzione pubblica a Montignoso.

Fu il Parlamento stesso a istituire la figura del maestro pubblico, nominando nel 1598 Giovanni Iacopo Sella da Urbino primo maestro di Montignoso.

Due secoli più tardi (1764) toccò al rettore di Sant’Eustacchio Giovanni Toncelli guidare una vera e propria scuola pubblica, che fu poi affidata ai sacerdoti Pietro Giorgini e Matteo Andreelli, con l’obbligo di insegnare non solo a leggere, scrivere e far di conto, ma anche latino, grammatica e dottrina cristiana.

La serie ci permette dunque di ripercorrere la storia di Montignoso attraverso le vicende amministrative di governo, ma in essa troviamo anche notevoli notizie storiche relative a lavori pubblici, eventi calamitosi e quotidiani della vita del Comune, che contribuiscono ad arricchirne il quadro complessivo.

Per esempio negli atti del Parlamento del 1636 le numerose provvisioni per rimediare ai danni causati dalle acque del canale di Montignoso ci consentono di ricavare la notizia dell’esondazione del canale stesso a causa di forti piogge.

Nell’ultimo registro della serie troviamo infine tutte le notizie relative al periodo conseguente alla Rivoluzione Francese.

Dopo l’occupazione francese di Massa e Carrara nel 1796, le due città vennero annesse alla Repubblica Cispadana nel gennaio 1797 assieme alle province di Modena, Reggio e Ferrara e nel luglio dello stesso anno entrarono a far parte della Repubblica Cisalpina. Montignoso, ancora di pertinenza lucchese, subì in questo periodo continui saccheggi e tentativi di occupazione da parte dei Cisalpini massesi.

Nel registro n. 30 Negli anni tra il 1796 e il 1799 troviamo molte notizie realive ai vari scontri tra Massa che era stata inclusa nella Repubblica Cisalpina, e Montignoso a più riprese vessata e saccheggiata dai cisalpini massessi.

Dopo una serie di passaggi di governo, anche Lucca passò sotto il dominio francese nel 1799, ma nel luglio dello stesso anno gli Austriaci entrarono a Montignoso, trovando una popolazione stremata e ridotta in povertà.

L’anno successivo, in seguito alle vittorie riportate da Napoleone, venne ripristinata la Repubblica Cisalpina, che questa volta incluse il territorio di Montignoso inserito nel circondario del Littorale ed eretto a residenza e giudicatura di Pace.

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1. Tre registri di deliberazioni del Parlamento sono conservati anche presso:
Archivio di Stato di Massa, Comune di Montignoso, Deliberazioni (1696-1815); Fonte: Guida generale degli Archivi di Stato, Archivio di Stato di Massa.
Documentazione relativa al Podestà di Montignoso è conservata anche presso:
Archivio di Stato di Lucca, Potestà poi Commissario di Montignoso, (1450 - 1802). Fonte: Guida generale degli Archivi di Stato, Archivio di Stato di Lucca.


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