Serie del carteggio pre e post-unitario

carteggio

Nella serie Carteggio è riunita la scarsa corrispondenza ottocentesca e novecentesca dell’amministrazione comunale, suddivisa in un fascicolo contenente carte sciolte dal 1812 al 1948 e un registro con le minute delle lettere, inviate dal 1813 al 1815 dall’amministrazione al Giudice di Pace del Comune di Massa o ai vari delegati sullo stato di polizia del territorio, ai diretti interessati di accuse o denunce e al parroco della comunità.

Dell’epoca di annessione al Principato di Lucca e Piombino è presente un solo documento, che registra le nascite avvenute dal 1812 al 1814, mentre la documentazione di epoca successiva, nuovamente sotto il governo lucchese divenuto nel frattempo ducato dei Borbone (1814-1848), permette di tracciare il legame intercorso tra l’amministrazione e il governo ducale1.

Tra il 1849 e il 1859 il territorio entrò a far parte del Ducato di Modena: di questo periodo si conservano carteggi con il Ducato di Massa e Carrara e Provincia di Lunigiana, nel quale era stata compresa anche Montignoso.

Con l’istituzione nel 1859 della Provincia di Massa e Carrara sotto il Governo delle Province dell’Emilia dopo la destituzione del Duca di Modena, il destino del Comune di Montignoso si legò alla nuova provincia; lo documentano altresì le comunicazioni con la Prefettura di Massa del 1861 inerenti la regolarizzazione dei confini, le informazioni sullo spostamento della popolazione e cambi di domicilio.

La documentazione del primo ’900 e degli anni della guerra risulta praticamente inesistente, rendendo impossibile tracciare l’attività amministrativa dell’epoca. Si segnalano tuttavia i regolamenti della Polizia Rurale di Pascolo e di Polizia Urbana del 1934.

Con molta probabilità gli eventi della seconda guerra mondiale che hanno visto Montignoso in prima linea sul fronte della Linea Gotica hanno contribuito alla perdita della documentazione dell’epoca.

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1. Nell’immagine di apertura (Fasc. 93, Corrispondenza varia dell'amministrazione comunale 1812-1948, carta 45/1) il Comitato permanente di Sanità, in un dispaccio pubblico datato 23 maggio 1846, scrive:
«considerato che gravi danni sono più volte avvenuti dall’uso di nuovi medicamenti troppo facilmente vantati o come rimedj univesali o come sicuri specifici, perché, o erano affatto contrarj alle malatti per le quali venivano preconizzati, o non erano propinati con le debite avvertenze; […] notifica quanto appresso Art. 1 è proibito a chicchessia, tranne ai Farmacisti legalmente abilitati, d’introdurre nello Stato, ritenere presso di se, preparare o vendere qualunque dei così detti rimedj segreti o specifici o qualunque rimedio nuovo, sotto qualsiasi forma o nome venga annunziato. […]». Corre la mente a Dulcamara di Donizzetti, dottore ciarlatano, che vende elisir d’amore a guisa di medicamenti!